Banco Farmaceutico: cresce in Italia povertà sanitaria

Nel 2014 aumentata del 3,86% richiesta farmaci per meno abbienti

Cresce in Italia la povertà sanitaria. Nel 2014, infatti, è aumentata del 3,86% la richiesta di farmaci da parte di quella fascia di popolazione che non è più in grado di acquistare medicinali nemmeno quelli con ricetta medica, passando da 2.943.659 confezioni di farmaci richieste nel 2013 a 3.057.405.

E’ questo il dato emerso dallo studio dell’Osservatorio sulla Donazione dei Farmaci del Banco Farmaceutico Onlus svolto in collaborazione con un comitato scientifico composto da: ACLI, Caritas Nazionale, Ufficio per la Pastorale della Salute della C.E.I e dall’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali).

I dati evidenziano che in tutte le aree geografiche gli assistiti sono prevalentemente adulti (59,3%), mentre sono meno numerosi i bambini (22%) e gli anziani (18,7%). Globalmente la popolazione assistita è composta soprattutto da soggetti immigrati (60,2%) e in misura inferiore da italiani (39,8%). Tale differenza è più sfumata al Nord e si accentua nelle regioni italiane centrali. La ripartizione in base al sesso evidenzia una prevalenza di maschi (54,3%), con l’eccezione dell’Italia centrale dove è maggiormente rappresentata la popolazione femminile.

Soprattutto dispensati i farmaci per l’apparato respiratorio (20,5 dosi giornaliere), seguono i medicinali per il sistema gastrointestinale e il metabolismo, per l’apparato cardiovascolare, gli antimicrobici e gli antinfiammatori/antipiretici.

“Abbiamo visto che chi vive in situazioni di povertà non accede al SSN, quindi dobbiamo andare noi da loro”, ha detto stamane il direttore generale dell’Agenzia del Farmaco (Aifa), Luca Pani, sottolineando che le Istituzioni devono entrare in campo, “anche per agevolare chi vuole donare i farmaci. Bisogna fare in modo che non si trovi di fronte lacci e lacciuoli. Come ad esempio – ha specificato – il pagamento dell’Iva sui farmaci che vengono donati. Il Parlamento e’ consapevole di questo problema, c’e’ un provvedimento al Senato”, ha detto.

(Fonte: ASKANEWS.it)

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