Alimentazione: studio, le cattive abitudini arrivano dopo adolescenza
Prima e dopo la maturita’ tutto cambia: dai 17 anni si saltano i pasti, non si fa lo spuntino e si mangia fuori casa. In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione sono stati presentati i dati dello scenario emerso dalla VI edizione dell’Osservatorio Nestle’-Fondazione ADI, dove piu’ della meta’ degli italiani risulta essere normopeso (56%) ma ancora il 29% del campione e’ in sovrappeso e ben il 12% obeso.
Lo studio, che in sei edizioni ha fotografato le abitudini alimentari e gli stili di vita di oltre 50.000 partecipanti, quest’anno ci mostra una fotografia molto particolare che vede la popolazione adulta meno virtuosa di quella giovane, almeno fino ai 17 anni. I dati dell’Osservatorio infatti, dimostrano che alcune buone abitudini a tavola, sono seguite di meno con l’avanzare dell’eta’.
Il 73% degli adulti genitori, ad esempio non salta mai i pasti, a paragone dell’84% dei ragazzi. La convivialita’, invece, e’ ancora una sconosciuta sia per gli adulti che per i piu’ giovani, i ragazzi in particolare non vivono lo stare a tavola come un momento di condivisione, anzi, per il 33% stare a tavola e’ prettamente una necessita’ fisica. ”Le difficolta’ iniziano quando si tratta di passare dal concetto di pasto come mero nutrimento e appagamento dello stomaco all’idea della tavola come momento di condivisione e convivialita’, valore condiviso ancora dal 59% del campione” commenta Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dello studio e presidente della Fondazione ADI.
”Su questo aspetto i telefonini, pc e televisione giocano un ruolo troppo influente per i piu’ giovani durante i pasti: non si tratta solo di buona educazione ma di un’abitudine a stare altrove e a non percepire il gusto, il piacere e la varieta’ del cibo, con le conseguenze correlate che emergono in seguito”. Secondo i dati sia il 72% degli adulti genitori sia il 73% dei ragazzi guarda la TV durante i pasti e ben 1 ragazzo su 5 utilizza il cellulare a tavola, in particolare le femmine: solo 2 su 3 parlano con gli altri commensali.
Con l’aumentare dell’eta’ aumentano anche le cattive abitudini: si inizia a saltare i pasti (almeno due volte alla settimana per il 10%), a perdere l’abitudine allo spuntino e si inizia a mangiare fuori casa, 1 o 2 volte alla settimana per il 36% del campione. Gli adulti sono meno virtuosi dei ragazzi anche quando si tratta di attivita’ fisica.
I dati dell’Osservatorio, infatti, dimostrano che con l’aumentare dell’eta’, si perde la buona abitudine di fare sport: solo il 36% del campione adulto dei genitori dichiara di praticare sport (contro il 68% dei giovani). Tuttavia il valore e il significato dello sport si perde progressivamente e ogni due anni la frequenza cala di mezz’ora circa. Con l’aumentare dell’eta’, infatti, il 39% dei ragazzi sceglie di fare palestra. ”E’ importante non sottovalutare questa tendenza – spiega Fatati – secondo i dati dopo 17 anni i giovani iniziano a fare attenzione a calorie e porzioni e cambiano il loro approccio all’attivita’ fisica. La palestra, per quanto utile, non puo’ sostituirsi ai valori tipici dello stile di vita attivo che ha un impatto positivo non solo sul fisico ma sulla crescita psico-sociale dell’individuo.
La palestra, alcune volte, indica soltanto la focalizzazione soggettiva e parziale all’aspetto esteriore del fisico mentre e’ importante educare i giovani ad un concetto di buona salute e benessere piu’ complesso che implica sia il cibo, sia lo stile di vita, sia il tempo libero”.
(Fonte: SaluteOggi – ASCA.it)
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