Cibi crudi, vademecum esperti per consumarli in sicurezza

Crudi si’, ma con cautela. Fra il giugno del 2013 e lo stesso mese di quest’anno nei 5 pronto soccorso dell’Azienda sanitaria di Firenze si e’ registrata una novantina di casi circa di pazienti ricorsi alle cure mediche per disturbi causati da consumo di cibi crudi.
Pratica che puo’ rivelarsi davvero pericolosa, col rischio di contrarre tossinfezioni da salmonella o da listeria (che possono provocare forme gastroenteriche) e ancora epatite A. L’Azienda sanitaria di Firenze dispone di un servizio che si occupa di sanita’ pubblica veterinaria e sicurezza alimentare, nel quale e’ stato messo a punto un vademecum base per chi ha deciso di non fare a meno di molluschi, crostacei, carpacci di carne o di pesce, tartare, insalate e crudite’.
Eccolo. Pesce. Sushi, sashimi, carpaccio, marinature: il consumo di pesce crudo, piu’ rischioso di quello cotto, e’ divenuto molto di moda negli ultimi anni. Non tutto il pesce e’ idoneo per questi piatti. In ogni caso e’ obbligatorio congelare ad almeno -20* per circa 24 ore il pesce prima della preparazione per eliminare il rischio di trasmissione di alcuni parassiti come l’anisakis. Per i molluschi bivalvi l’indicazione del consumo previo cottura e’ obbligatoria: ridurre drasticamente i rischi. Cottura che non dovrebbe terminare al momento dell’apertura delle valve, ma per alcuni minuti ancora, utilizzando pentole con coperchio. Un mollusco fresco si riconosce dal buon odore di salsedine che emette in cottura e da l’umidita’ che rilascia quando si schiude. L’eventuale presenza di un po’ di sabbia non e’ indice di prodotto non sicuro. Un odore piu’ o meno intenso di ammoniaca durante la cottura e’ fisiologico per alcune specie come palombo, spinarolo, verdesca, smeriglio. Fatte queste eccezioni se vi e’ odore di ammoniaca, e’ meglio non consumare il prodotto.
E’ buona norma conservare l’etichetta della confezione per un po’ in caso dovessero comparire malesseri dopo il consumo. Il consiglio degli esperti e’ quello di verificare le regole della conservazione del prodotto a seconda che sia fresco, decongelato, congelato, avendo lo scrupolo che anche il tempo di trasporto fra il punto di vendita e la casa sia il minore possibile, e meglio utilizzando apposite borse termiche.
Alcuni pesci, appartenenti a particolari famiglie, come gli sgombri ed il tonno – aggiungono gli esperti – se conservati a temperature non idonee possono sviluppare in breve sostanze nocive, come l’istamina, in grado di nuocere alla salute e non eliminabili neppure con la cottura.

(Fonte: SaluteOggi – ASCA.it)

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