Aprile mese dedicato a prevenzione dell’ictus

A.L.I.Ce. Italia Onlus (Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale) dedica il mese di Aprile alla prevenzione dell’Ictus Cerebrale e coglie questa occasione per sottolineare l’importanza non solo della conoscenza e del riconoscimento dei sintomi ma anche e soprattutto della diagnosi precoce e dell’intervento tempestivo, nelle persone che stanno avendo un ictus.

In diverse migliaia di casi, infatti, si potrebbero azzerare o ridurre drasticamente gli effetti invalidanti dell’ictus con delle cure adeguate prestate nelle primissime ore dalla comparsa dei sintomi. E’ quindi estremamente importante che il paziente colpito da ictus o i suoi familiari siano in grado di riconoscere immediatamente i segnali della malattia per poi chiamare il 118. E qui sorge un serio problema, perche’ il personale del 118, nella maggior parte delle regioni italiane, pur riconoscendo i sintomi dell’ictus, e’ tenuto, in base ai protocolli vigenti, a portare il paziente al Pronto Soccorso piu’ vicino, che sia dotato o meno di una Unita’ Emergenza Ictus (Stroke Unit).

”Intervenire tempestivamente permette di ridurre notevolmente il rischio di danni cerebrali permanenti – ha dichiaratoGiuseppe Micieli, Direttore del Dipartimento di Neurologia d’Urgenza dell’Istituto Neurologico Nazionale Casimiro Mondino di Pavia – per questo motivo, il 118 di tutte le Regioni dovrebbe attivare, come avviene ad esempio in Liguria e in Lombardia, uno specifico protocollo di emergenza, il cosiddetto ”Codice Ictus”, una sorta di ”corsia preferenziale” per il paziente colpito da ictus che consente di guadagnare minuti estremamente preziosi”. ”La somministrazione del trattamento trombolitico entro le prime 4 ore dall’inizio dei sintomi consente, a circa un terzo delle persone colpite da Ictus ischemico, di rientrare rapidamente alle proprie abitazioni, completamente guarite, e ad un altro 50% di tornare a casa in buone condizioni funzionali” aggiunge Domenico Inzitari, Professore in Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Universita’ di Firenze.

”Le Stroke Unit, purtroppo, non sono ancora diffuse in maniera capillare, come dovrebbero – afferma Carlo Gandolfo, Professore Ordinario di Neurologia all’Universita’ degli Studi di Genova. Il Ministero della Salute stima che in Italia dovrebbero esserne presenti oltre 300 (numero ottimale 350), mentre ne risultano operative meno di 160, concentrate principalmente nel Nord Italia: nel Meridione si muore piu’ di Ictus Cerebrale che di infarto del miocardio proprio perche’ le Unita’ di Emergenza Ictus sono quasi assenti. Purtroppo la mancanza di una buona copertura nazionale cosi’ come di una rete assistenziale integrata fa si’ che l’ictus abbia conseguenze molto gravi non solo per il paziente ma anche per i suoi familiari e caregiver”.

La diffusione della trombolisi e delle unita’ ospedaliere dedicate alla cura dell’ictus, quindi, puo’ ridurre notevolmente la mortalita’ e la disabilita’: in Italia, pero’, solo il 40% delle persone colpite da ictus arriva in una Stroke Unit entro le prime 4 ore e, una volta dimessi dall’ospedale, i pazienti si trovano ad affrontare ancora molte difficolta’ perche’ non esiste un percorso di assistenza e di riabilitazione predefinito. In occasione di ”Aprile mese della prevenzione dell’Ictus Cerebrale”, la Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus con le sue oltre 70 Associazioni locali dara’ vita a diverse iniziative di prevenzione, di sensibilizzazione e di informazione su questa patologia, grave e disabilitante. L’elenco delle iniziative previste sara’ inserito sul sito www.aliceitalia.org.

(Fonte: SaluteOggi – ASCA.it)

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