Dietisti, in Italia troppi falsi esperti in nutrizione

Sei laureato in Scienze economiche e senza lavoro? Puoi sempre fare il ”nutrizionista” o l’esperto in ”nutrizione” e prescrivere, magari a pagamento, una dieta. E’ tutto legale, per ora.
Basta svolgere un master di primo livello in ”Scienze gastronomiche e patologie alimentari” all’Universita’ La Sapienza di Roma. Sei un disoccupato con laurea specialistica in Biotecnologie industriali? Basta andare a Pavia ed iscriversi al master di secondo livello in ”nutrizione umana”. Possiedi una laurea specialistica in Scienze Biologiche e scopri che le diete sono un business piu’ redditizio che la vita di laboratorio? Accomodati al master di secondo livello ”Alimentazione ed educazione alla salute” dell’Universita’ di Bologna.
Con questi ”titoli’ di esperto in nutrizione potrai non solo consigliare una dieta, un regime alimentare, ma anche scrivere un articolo per un settimanale femminile, tenere un’intervista e farti pubblicita’. Questi sono solo tre esempi di come siano nati molti master e corsi post-base su misura per il boom e la mania degli italiani di mettersi a dieta. Peccato che spesso in questi master vengano descritte, come sbocchi occupazionali, competenze non previste dal ministero e non contemplate dagli stessi obiettivi formativi o non congrue rispetto alle lauree di origine che non comprendono alcuna formazione sull’alimentazione specie se destinata a pazienti ricoverati o in convalescenza per i piu’ svariati motivi di salute.
A lanciare l’allarme, ma e’ un’emergenza denunciata da anni, e’ l’Associazione Nazionale Dietisti (Andid.it) che nel volume ”L’offerta formativa universitaria in nutrizione umana” ha messo nero su bianco le criticita’ e le problematiche di un mondo che negli ultimi vent’anni ha avuto uno sviluppo enorme ma senza alcune regolamentazione precisa. Il libro e’ stato presentato oggi al Ministero della Salute al convegno ”Formazione e bisogni di salute”, in collaborazione con il Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie (Conaps.it).
”Quello che accade nel ‘pianeta dieta’ – spiega Antonio Bortone che presiede il Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie (Conaps) – e’ in realta’ il denominatore comune di tutto il mondo delle professioni sanitarie. Un problema che non riguarda solo il lavoro e chi lo svolge legalmente con i titoli ufficiali e corretti, pagando le imposte e le tasse, ma soprattutto i cittadini, i malati, i loro famigliari e la salute delle persone. Questo Libro Bianco dei dietisti italiani e’ non solo benvenuto, ma apre la strada ad iniziative analoghe di altre associazioni impegnate a far valere il proprio valore e la propria qualita’ professionale a garanzia del cittadino utente”.

(Fonte: SaluteOggi – ASCA.it)

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