I denti? in tempi di crisi li salvi chi può

In tempi di crisi si va dal dentista solo quando non se ne puo’ piu’ fare a meno. E in alcuni casi e’ troppo tardi. Secondo l’OMS il 60% dei bambini e il 100% degli adulti avra’ almeno una carie nel corso della propria vita, mentre il 30% delle persone tra i 65 e i 74 anni ha perso i propri denti naturali a causa di una cattiva igiene e della prevenzione insufficiente, dato coerente col fatto che il 15-20% dei giovani adulti (35-44 anni) presenta gravi problemi alle gengive (fattore di rischio per la perdita dei denti. La gamma delle patologie orali e’ molto diffusa e poco nota: si va dalle semplici carie alle malattie periodontali, dai traumi alle ferite sino ai tumori (fortunatamente abbastanza rari) e le infezioni.

 

Spiega Daniele Benedetti Forastieri, Specialista in Odontoiatria a Senigallia e Milano: ”In assenza di un servizio dentistico pubblico (solo l’8% delle prestazioni sono rese dal SSN e di solito per protesi e urgenze), ci si affida al professionista che ‘costa meno”’.

 

Ma a cosa rinunciamo? ”Non certo al guadagno del dentista – avverte lo specialista – piuttosto alla qualita’ dell’intervento che ci verra’ proposto. Materiali piu’ scadenti o meno sicuri, personale meno preparato, con un numero inferiore di ore di formazione alle spalle. Eppure anche la bocca, come il cuore, merita l’eccellenza delle prestazioni.

 

Per questo motivo e’ importante affidarsi ad un professionista esperto, con molte ore di lavoro alle spalle, in questo come in altri mestieri, la quantita’ di ore dedicate alla formazione fa la differenza tra la reale bravura e la mediocrita’: circa 10mila ore che corrispondono a dieci anni di esperienza costante”.

 

”Il secondo problema – prosegue il medico – e’ quello della qualita’ dei materiali, questione che non viena mai discussa con il paziente: le persone non sono affatto informate su questo aspetto quindi si affidano e non fanno domande. Al contrario anche in questo campo ci sono grandi differenze tra le aziende alcune delle quali forniscono vere e proprie garanzie e certificazione della qualita’ dei materiali in tutte le fasi della filiera produttiva, mentre in alcuni casi non ci sono controlli sui materiali importati che possono non rispondere alla normativa Europea”.

 

Insomma, per non incorrere in brutte sorprese, l’utente finale deve sapere ”innanzitutto che un prezzo troppo basso prevede un risparmio su qualche aspetto del procedimento. Poi che va prestata una grande attenzione anche alla diagnostica, ossia ai metodi di imaging sui quali poi verra’ fatto il piano terapeutico” . E che ”la qualita’ alza i costi di produzione, se costa poco, vale poco e invece di durare vent’anni ne durera’ solo 5 o 6”.

(Fonte: SaluteOggi – ASCA.it)

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