I genitori dislessici sono più bravi a educare figli

Portati al successo, sono meno legati alla riuscita scolastica

“I dislessici fanno, a volte, fatica a focalizzarsi sui dettagli ma riescono più facilmente ad avere una visione d’insieme: proprio questo permette loro di avere un punto di vista diverso, più incline a sviluppare idee originali. Inoltre sono probabilmente più abituati a trovare soluzioni innovative, proprio perché fin dai tempi della scuola si sono abituati a farlo”. Lo spiega Alessandro Rocco, co-fondatore di W La Dislessia! , gruppo di contatto per genitori che quotidianamente si confrontano con questa condizione.

È di qualche giorno fa la classica ufficiale di Forbes, che ogni anno stila la lista degli uomini più ricchi del mondo: al primo posto si riconferma Bill Gates, il fondatore di Microsoft, con un patrimonio personale di 75 miliardi di dollari. L’elenco procede con nomi più o meno conosciuti, che hanno lasciato un segno indelebile grazie ad aziende diventate imperi o a fulminanti intuizioni che hanno cambiato le nostre abitudini, come nel caso di Mark Zuckerberg, creatore del social network più famoso del mondo, Facebook, al sesto posto con 44,6 miliardi di dollari. Oltre alle incalcolabili fortune, molti dei nomi nella lista hanno un’altra caratteristica che li accomuna: sono dislessici. Lo è Bill Gates, come lo era Steve Jobs. È dislessico Mister Ikea, Ingvar Kamprad, così come lo è Richard Branson, patron di Virgin Enterprises. “Tutto questo non è casuale”, osserva Rocco. E sottolinea come la maggior parte dei dislessici e dei discalculici mostri una particolare attenzione al ruolo genitoriale: “Il 40% dei familiari di ragazzi dislessici sono dislessici a loro volta. In particolare, secondo lo studio della International Dyslexia Association, sappiamo che questa caratteristica è 2-3 volte più frequente nei maschi quindi con netta maggioranza per i papà, che si rivolgono a noi per avere un supporto nell’educazione dei figli”, spiega Rocco, “i padri dislessici, rispetto agli altri, sono consapevoli che la riuscita scolastica non è più un indicatore del successo nella vita. Questo si traduce in maggiore comprensione, apertura mentale e flessibilità, con una serie di benefici sulla vita stessa dei ragazzi”.

I genitori dislessici sono maestri nel comunicare interesse e motivazione per le più svariate attività al di là della scuola: viaggiare, conoscere nuove culture e nuove lingue, entrare in contatto con la natura. “Nel corso degli anni abbiamo notato come il loro approccio educativo sia semplice ed immediato, poiché punta dritto al cuore del bambino. Così facendo, imparano a valorizzarne i talenti e permettono loro di costruire quello che a scuola non potrebbero realizzare”, spiega ancora Rocco. I ricercatori del Tulip Financial Research hanno analizzato le menti dei «self-made men» e hanno scoperto che le difficoltà di apprendimento sono estremamente comuni tra gli imprenditori di successo. Circa il 40% dei 300 soggetti presi in esame dalla ricerca, infatti, ha evidenziato le caratteristiche tipiche di una difficoltà di apprendimento: una percentuale quattro volte superiore alla media della popolazione.

“Se i sistemi scolastici modificassero l’approccio educativo nei confronti dei ragazzi dislessici, ad esempio introducendo costantemente le mappe mentali, avremmo sicuramente più casi di imprenditori di successo, quali Richard Branson o Bill Gates, per citare solo due dei casi esemplari di dislessici che hanno potuto trasformare uno svantaggio iniziale in un vantaggio enorme”, conclude Rocco.

Fonte: Askanews.it

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