“Troppa tv rincretinisce”

Una ricerca durata 25 anni conferma il detto che troppa tv rincretinisce.

La classica frase da saggezza popolare delle nonne trova ora riscontro in una ricerca scientifica che ha accertato maggiori problemi alle capacità cognitive tra coloro che in gioventù hanno passato più tempo davanti allo schermo. Lo studio, pubblicato sul Journal of the American Medical Association Psychiatry, ha monitorato oltre 3.247 persone per oltre 25 anni.

Il risultato più evidente è che nella fascia di età 18-30 anni, tra coloro che avevano passato più di 3 ore al giorno davanti alla Tv da bambini e adolescenti, i problemi di apprendimento e cognitivi risultavano doppi rispetto a quelli che avevano svolto più attività, sport e speso meno tempo alla Tv. La ricerca ha preso a riferimento tre tipi di test su velocità di ragionamento, funzioni esecutive e memoria verbale. Ed è sulle prime due voci che si sono viste le maggiori ricadute negative, tra coloro che hanno avuto bassa attività fisica e troppa Tv. Le funzioni di memoria verbale invece sembrano risentire meno di questi eccessi. Lo studio è stato condotto da Tina Hoang, del Northern California Institute for Research and Education del Veterans Affairs Medical Center di San Francisco e da Kristine Yaffe, della University of California, sempre di San Francisco. “I partecipanti con i comportamenti meno attivi sono quelli che hanno maggiori probabilità di accusare scarse capacità cognitive”, sentenza la ricerca.

Ma altri contestano lo studio, finendo quasi per sostenere che è questo genere di sperimentazioni a far rimbecillire il pubblico. Andrew Przybylski, psicologo sperimentale dell’università di Oxford, parla di conclusioni affrettate. Intanto perché la misura del tempo trascorso dalle persone che hanno composto il campione davanti alla Tv è stata interamente affidata alle loro stesse dichiarzioni. Poi perché non è stato effettuato un monitoraggio delle capacità di apprendimento all’inizio dello studio, per avere una base di paragone. Infine perché una persone su tre non ha completato la sperimentazione.

“Fino a quando in queste ricerche aperte non verranno introdotti parametri che assicurino maggiore affidabilità alle metodologie – ha detto – continueremo a interrogarci su questi studi”.

Fonte: Askanews.it

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