Studio Fofi, farmacista pedina fondamentale per successo terapia

Ma anche per la riduzione dei costi sanitari

L’intervento del farmacista a supporto dell’aderenza alla terapia migliora lo stato di salute del paziente e determina di conseguenza una riduzione dei costi sanitari correlati alla malattia. E’ questo che ha dimostrato il progetto I-MUR della FOFI (Federazione Ordini dei Farmacisti Italiani), attraverso uno studio randomizzato e clusterizzato – denominato Re I-MUR – che ha coinvolto centinaia di farmacisti e pazienti in 15 regioni. Il tutto prendendo come modello l’asma, una malattia cronica che riguarda quasi il 7% della popolazione italiana. I risultati sono stati presentati oggi a Roma presso la sala Caduti di Nassirya del Senato alla presenza di rappresentanti di Ministero della Salute, Regioni, Aifa e CittadinanzAttiva.

“Quanto dimostrato a proposito dell’asma può essere esteso alle patologie croniche nel loro complesso”, ha spiegato Andrea Manfrin della Medway School of Pharmacy dell’Università del Kent, che ha realizzato lo studio. La chiave dell’intervento del farmacista è la revisione dell’uso dei medicinali che in inglese si chiama medicines use review (MUR) una prestazione che le farmacie accreditate erogano in Gran Bretagna dal 2005, che consiste in un’intervista nella quale il farmacista si accerta se il paziente segue le indicazioni del medico oppure dimentica di assumere i medicinali prescritti, se riesce a usarli correttamente, se incontra difficoltà (per esempio a rispettare gli orari delle somministrazioni), se accusa effetti collaterali o, ancora, se assume altri medicinali che possono interferire sia con la sua malattia sia con le cure prescritte. Rilevate eventuali criticità il farmacista dà le indicazioni del caso al paziente e provvede contestualmente a informare il medico curante. Lo studio rivela che dopo l’intervento del farmacista, la percentuale totale dei pazienti con asma controllata è aumentata dal 43.7% al 54.4% indicando un incremento percentuale pari al 25%. Migliora quindi lo stato di salute, in tutte le Regioni e in tutte le fasce di età e, di conseguenza, diminuiscono i costi sanitari determinati dalla malattia, a cominciare da quelli relativi ad accessi al pronto soccorso e ricoveri.

Ma non solo: lo studio ha dimostrato che l’attività professionale del farmacista non solo ha aumentato il controllo dell’asma ma ha generato risparmi che variano da 87 e 297 euro per paziente all’anno, “in funzione del variare di elementi quali costo e numero delle prestazioni evitate e costo dei farmaci prescritti” ha spiegato Manfrin. Come dire che “implementando questa prestazione del farmacista, “il Servizio Sanitario potrebbe ottenere un ritorno del suo investimento che tra il 44 e il 395 per cento, sempre in funzione dello scenario”.

Fonte: Askanews.it

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